Sua maesta’ il deserto – Parte V

Puntate precedenti:

Quando ho spiegato a Valentina la mia idea di continuare la saga del deserto con un nuovo episodio, il suo sguardo parlava chiaro: “Ancora sul deserto? E basta!”. Poi pero’, le mie ragioni hanno avuto la meglio, dato che qualche settimana fa il deserto ci ha riservato il suo abbraccio piu’ intenso.

Questa volta, infatti, abbiamo fatto sul serio: il tanto atteso momento di scatenare i 381 cavalli del mio carroarmato a quattro ruote motrici e’ finalmente giunto.

Una premessa e’ doverosa. Per i neofiti della sabbia, tutto dipende da chi guida il gruppo: se e’ un pazzo scatenato l’esperienza potrebbe essere shockante; se e’ prudente la giornata rischia di essere noiosa.

Da noi il lider maximo degli appassionati di off-roading e’ l’ultimo che ti aspetti: un neozelandese. Quando pero’, dismessi i panni dell’ingegnerone lo vedi cavalcare il suo mezzo rombante o spingere da solo a mani nude un veicolo insabbiato in mezzo metro di sabbia, capisci che non tutti i neozelandesi vivono nel verdeggiante mondo degli hobbit, specie se hanno abbandonato le accoglienti lande del Signore degli Anelli tempo fa e si sono trasferiti ad Abu Dhabi per gran parte della loro esistenza.

Steve il neozelandese credo sia nato per trasmettere insegnamenti: ha una parola per tutti, conosce i trucchi del mestiere, ha una pazienza infinita e sopratutto e’ fedele al motto “No one gets left behind” (nessuno deve rimanere indietro), specie se si e’ bloccati nella sabbia.

Con lui in testa, e un gruppone di 10 auto dalle variegate dimensioni (la piu’ piccola era una Hyundai Santa Fe), ci siamo messi in raccoglimento davanti ai suoi insegnamenti, che erano:

  • Sgonfiare bene le ruote per massimizzare l’aderenza sulla sabbia. Questo particolare sembra irrilevante ma fa la differenza: un collega con Porsche Cayenne (ebbene si: c’avevamo nel gruppo anche il maranza) ha percorso meno di 5 metri prima di insabbiarsi per poi scoprire che doveva sgonfiare le ruote ancora di piu’. Non sapete le risate dei proletari tutti intorno a lui.
  • Settare correttamente l’auto per l’off-road: oltre al ragionevole passaggio da due a quattro ruote motrici, e’ consigliabile switchare al cambio manuale mantenendosi su marce basse (seconda o terza), eliminare il controllo della trazione (per chi e’ ignorante come me e’ un bottone col disegno di un’auto che sbanda) che rischia di aggravare la situazione quando si perde aderenza sulla sabbia.
  • Evitare (almeno all’inizio) di fare i matti: i cambi di pendenza sono la cosa piu’ pericolosa, perche’ le auto potrebbero non avere un’altezza sufficiente e il paraurti anteriore rischia di diventare un souvenir da seppellire nella sabbia del deserto nella speranza di veder nascere l’albero dei paraurti.

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Una volta apprese queste accortezze.. si parte! La prima cosa che si prova quando le ruote poggiano sulla sabbia e’ che la posizione del volante diventa relativa: per quanto lo giri a destra o sinistra, l’auto ti obbedira’ con ritardo e solo in parte, un po’ come uno studente svogliato chiamato alla lavagna. Poi si viaggia in modalita’ gregge: tutti in coda dietro al capofila che evita i punti in cui la sabbia e’ troppo soffice. Infine, e questo e’ l’aspetto piu’ divertente, quando qualcuno si insabbia si ferma il gruppo, si urlano un po’ di incitamenti all’autista (che sollevera’ montagne di sabbia senza ottenere alcun risultato) e poi si scende dalle proprie auto per aiutarlo: chi spinge, chi scava, chi porta delle assi.. ognuno ha una strategia diversa per disseppellire l’auto. Quello che ho imparato e’ una cosa sola: piu’ persone ci sono, piu’ velocemente si risolve il problema.

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Fin qui e’ l’ordinaria amministrazione; una volta imparati i limiti del proprio veicolo si puo’ passare al livello successivo: le dune. Salire e’ facile: e’ solo una questione di pigiare l’acceleratore e fare affidamento sulla potenza del motore (che si berra’ qualche litro in piu’ di economica benzina saudita). Il problema e’ la discesa, da fare senza frenare, senza sterzare e senza avere una completa visibilita’ del pendio (specie nel cambio di pendenza): in pratica ci si trova spinti in avanti dalla forza di gravita’ con l’auto che dapprima dolcemente ed in seguito accelerando scende verso il basso. Di solito questa discesa e’ accompagnata da urla di incitamento degli altri membri del gruppo che assistono alla scena sorseggiando bevande ghiacciate dalla cima della duna.

IMG_0774Che dire, anche dopo 5 episodi, la nostra saga sul deserto e’ un po’ come quella di Star Wars: ha mantenuto il suo fascino e non ci siamo ancora stancati. E sono sicuro che – come i fan di Luke Skywalker – qualcuno è già in attesa del nuovo episodio!

6 pensieri su “Sua maesta’ il deserto – Parte V

  1. Alberto Montagner

    Gran bel post, hai fatto bene a pubblicarlo, fa venire voglia di venire a provare!!! 🙂

    Sent from my iPhone, please forgive typos

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